Progetto Olivetti Profile Typeface
Olivetti Profile Typeface

La differenza tra algoritmo e umano, tra 0 e 1, tra spento e acceso, tra programma e progetto è rilevata da Sottsass come un disegno dove puoi rilevare le tracce di ciò che è stato cancellato poiché esso rende meglio l’idea della storia del lavoro, del pensiero che c’è dietro e del perché sono stati fatti dei cambiamenti.

Se è vero che l’essere umano è un progetto e il design uno strumento per discutere della vita, dei rapporti sociali, della politica, del mangiare e persino del design stesso, tutto quello che l’uomo produce è sempre l’emanazione del modo in cui l’uomo pensa se stesso o, nel migliore dei casi, in cui la vita progetta se stessa. La progettazione viene allora intesa come una ricerca d’identità e l’errore, la distonia, il disordine, parte di essa.

La storia della ricerca di Olivetti passa per la progettazione che genera nuove identità dell’Essere, concretata da una somma di individui che in questa metamorfosi cercano di negare l’alienazione totale, e realizzano lavoro umano.

È interessante capire che il movimento evolutivo descritto nelle tre fasi cicliche del -so, faccio, sono-, genera nuove identità dell’essere. L’istinto evolutivo che definisce il nuovo sono, una volta realizzato, produce eleganza che è di fatto dicotomia tra la forma dell’energia e il prodotto derivato. Nel ponte tra il visibile e invisibile, l’immagine invisibile struttura i pensieri, le azioni, la materia e, infine, la storia.
Così la comunicazione per immagini definisce giorno dopo giorno ciò che diventiamo.

L’idea di un alfabeto che attraverso immagini racconta un ordine distonico e una forma. Le lettere sono figure e l’immagine della scrittura comunica già un modo di pensare. Capire le immagini è capire ciò di cui l’uomo è fatto. Quell’idea di uomo che diamo per scontata, e che è origine del nostro modo di guardare il mondo, fa di noi la persona che siamo. Un palinsesto di segni, delle tracce pregne di umanità e della sua identità più emancipata.

Type it Now! Olivetti Design Contest
La scrittura ha sempre avuto un valore fondamentale nella comunicazione tra popoli, lasciando tracce indelebili, per questo motivo spiega Roberto Tundo, Amministratore Delegato di Olivetti la nascita di una nuova font Olivetti, può riportare l’attenzione all’azione di scrivere oltre a proseguire una tradizione iniziata negli anni ‘70 nella città industriale Ivrea. Lo studio del carattere tipografico inizia in Olivetti nell’Ufficio Design Caratteri nel 1974. Da allora sono stati realizzati circa 657 font per i martelletti e i tasti per le macchine da scrivere che hanno fatto la storia del design di prodotto. Oggi i glifi sono conservati all’interno dell’Associazione Archivio Storico Olivetti di cui Gaetano di Tondo è Presidente. L’idea della nuova edizione nasce da una riflessione dedicata ai designer di oggi e alla necessità di recuperare una storia così densa di valori. Il carattere tipografico, ricorda Emanuele Cappelli, è quel codice linguistico che ci permette di tramandare letteralmente idee e pensieri tra le varie generazioni. Il Contest vuole avvicinare gli studenti delle più importanti Accademie di arte e design nazionali e internazionali al processo creativo e di traduzione dei valori olivettiani.

La sfida – per ogni edizione sempre diversa – è orientata verso la ricerca di un nuovo modello di fare design, attraverso idee e pensieri che pongono la persona al centro.
Anno
2021
Scuola
Bauer
Area di interesse
Graphic design
Type design
Progettisti